Siamo in Città Alta, in una delle residenze nobiliari più scenografiche del territorio. Palazzo Terzi si svela con un meraviglioso cortile terrazzato che domina la pianura e che suscitò lo stupore di illustri viaggiatori del tempo, tra cui Hermann Hesse. L’ultimo appuntamento con il design in dimora vede protagonista Atelier Biagetti. Il salone di ricevimento, l’imponente camino, gli affreschi del Barbelli, Storer e Tencalla fanno da sfondo all’incontro, creando una cornice affascinante, in cui il tempo per una sera sembra essersi fermato.
Atelier Biagetti si compone di due anime: Alberto Biagetti, dopo aver collaborato con Yoox Group e fondato nel 2003 l’Atelier, instaura una solida relazione professionale con Venini ed espone in prestigiosi musei del mondo. L’alter ego di Biagetti, Laura Baldassari, orienta la sua creatività sulla fusione dei generi e l’interdisciplinarità dell’opera, che dalla pittura sfiora il design, passando per il teatro musicale contemporaneo. Non c’è distinzione tra pensiero e produzione, tra materia e ragione, tra arte e design. Partendo da questa filosofia, Giacinto di Pietrantonio, direttore della GAMeC e mediatore dell’incontro del mercoledì sera, ha presentato l’installazione, la visione e le riflessioni che le icone creative di Atelier Biagetti hanno trasmesso in questo spazio. Lo splendore di Palazzo Terzi è stato interpretato come un set in cui ambientare un film che intreccia epoche diverse e personaggi inaspettati. Ogni oggetto diventa un racconto, ogni dettaglio, ogni pittura, ogni stoffa ci riporta indietro nella memoria, alle vicende ambientate in quelle sale, alle persone che hanno abitato questi spazi, ai loro desideri, aspettative, sospiri e orizzonti. Atelier Biagetti, con il suo allestimento battezzato “Incontri”, ha aggiunto un nuovo livello di lettura al contesto, con l’intento di creare un corto circuito tra la storia e il contemporaneo, tra lo spazio fisico e quello onirico, dove tutto è possibile. L’opera di Biagetti è un invito a immaginare storie attraverso le tracce disseminate in questi luoghi, trasformandole, con la propria immaginazione in altre storie. E non esiste conclusione più adeguata per salutare il tour di Dimore Design del 2016, fantasticando su quello che ci aspetta nella prossima edizione.