Il Piano quinquennale adottato ogni cinque anni dal governo della Repubblica Popolare cinese è l’elemento chiave per la definizione della politica socio-economica e degli investimenti nazionali. Il piano determina infatti l’allocazione delle risorse tra i diversi settori dell’economia e indica le linee guida per la redistribuzione delle risorse tra di essi. A partire dal 1953, 11 piani quinquennali si sono susseguiti e hanno consentito all’economia cinese di diventare la seconda al mondo.
Per diversi anni il focus principale è stato sulla quantità, ora invece l’attenzione sembra spostarsi verso una crescita di qualità. I maggiori sforzi saranno orientati verso il miglioramento delle condizioni di vita di tutti i cittadini e una più equa distribuzione dei redditi al fine di ridurre il gap tra i redditi nelle città e nelle campagne che si fa sempre più evidente. Secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, nel 2009 il reddito medio di un residente urbano si è attestato a quota 17.175 yuan (circa 2000 Euro), mentre un abitante delle zone rurali percepisce un reddito di 5.153 yuan (circa 620 Euro), pari al 30% di quello dei residenti urbani. A questo si aggiunge anche il divario esistente tra zone costiere e regioni occidentali del paese verso cui sono si rivolgono gli sforzi e le risorse del governo con la politica del Go West. È importante notare che queste aree del paese rappresentano ormai un’alternativa alle regioni più densamente industrializzate e urbanizzate della costa, sia per le imprese locali che multinazionali.
Il XII piano quinquennale, reso pubblico a marzo 2011, si fonda su quattro pilastri:
- lo sviluppo delle zone occidentali;
- la riduzione del gap tra ricchi e poveri;
- il miglioramento dei servizi pubblici e di assistenza;
- il potenziamento della domanda interna.
Tramite queste quattro direttrici l’obiettivo principale consiste nello stimolare la crescita della domanda interna e la riduzione della dipendenza del sistema economico cinese dalle esportazioni. Particolare attenzione anche agli investimenti in istruzione che dovrebbero crescere nel 2012 del 16,4%, mentre i fondi stanziati a favore della protezione sociale e dell’impiego dovrebbero aumentare del 21,9%.
Nello specifico i target fissati sono i seguenti:
- 7% di crescita annua del PIL;
- 4% di crescita per il settore dei servizi rispetto al PIL entro il 2015;
- Aumento del reddito urbano annuo disponibile a circa 26,810 RMB (circa 3200 Euro) e del reddito rurale annuo a 8,310 RMB (circa 1000 Euro) entro il 2015;
- costruzione di 36 milioni di nuove abitazioni popolari al fine di garantirne una maggior disponibilità nei centri urbani;
- riduzione del 17% delle emissioni di CO2 sul PIL;
- 15% dell’energia necessaria derivante da fonti rinnovabili entro il 2020;
- aumento della vita media di un anno nei prossimi cinque anni.
È da notare che per la prima volta si è inserito un punto relativo al miglioramento del benessere della popolazione andando ad incrementare le aspettative di vita medie.
Gli obiettivi del XII Piano sembrano ambiziosi e la strada da percorrere è sicuramente impegnativa tuttavia, la Repubblica Popolare cinese ha espresso una crescente attenzione e consapevolezza dell’importanza della qualità della vita dei suoi cittadini, quale elemento essenziale per garantire una crescita sostenibile nel tempo.
Riuscirà la Cina a realizzare i suoi obiettivi e a diventare un’economia leader anche per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente e la qualità della vita?
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