Il marketing audit inizia ad essere popolare negli anni ’60 con Kotler che ne introduce l’importanza ai fini di formulare un piano strategico di marketing.
Presupposto: più un’azienda è orientata al marketing maggiore è la soddisfazione dei clienti e quindi la perfomance di lungo periodo dell’impresa.
Fine: capire quanto sia marketing oriented l’azienda
Modalità: organizzare delle checklist su: clienti, livello di innovazione e ambiente esterno.
Tipologie: verifica delle attività svolte al di fuori del dipartimento di marketing e che possono avere un impatto su di esso; verifica sul risultato dello svolgimento delle attività da parte della funzione marketing.
Approccio: analisi di ciascun elemento del marketing mix e triangolazione cliente-impresa-concorrenza. Da qui il termine “triangolo strategico” introdotto da Ohmae nel 1982.
Pratica: predisposizione di una checklist e di un sistema di punteggi per ogni attributo del marketing mix.
Prodotto: quali prodotti state vendendo? Qual è il posizionamento di mercato? Quali sono i concorrenti?
Politica distributiva: dove state vendendo I vostri prodotti? E i vostri concorrenti?
Prezzo: quale politica di prezzo state portando avanti? Sistema di sconti? Cosa stanno facendo i vostri concorrenti?
Promozione: che tipo di attività state portando avanti?
Se siete un’impresa di servizi, considerate anche atre “3 P”:
Persone: qualifiche, reclutamento e formazione
Processi: seguite procedure scritte per assicurare la consistenza dei servizi offerti?
Presenza fisica: quali messaggi vengono inviati attraverso l’aspetto dei vostri uffici e il personale inviato presso il cliente?
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